Non accenna a diminuire il consumo di suolo italiano: dai dati del Rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Italia, edizione 2014, si nota che negli ultimi 3 anni è stata consumata un’area del nostro territorio pari alla somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo.
Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale (strade asfaltate e ferrovie 28% - strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19% - edifici 30%) e parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%).
A livello regionale, in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali più elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia dove troviamo valori compresi tra l’8 e il 10%.
La quota di territorio con copertura artificiale in Italia è stimata al 7,8% del totale, contro il 4,6% della media dell’Unione Europea. L’Italia si colloca al quinto posto di questa classifica dopo Malta (32,9%), il Belgio (13,4%), i Paesi Bassi (12,2%), il Lussemburgo (11,9%), e di poco sopra a Germania, Danimarca e Regno Unito (7,7%, 7,1% e 6,5%).
Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale (strade asfaltate e ferrovie 28% - strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19% - edifici 30%) e parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%).
A livello regionale, in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con le percentuali più elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il 10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia dove troviamo valori compresi tra l’8 e il 10%.
La quota di territorio con copertura artificiale in Italia è stimata al 7,8% del totale, contro il 4,6% della media dell’Unione Europea. L’Italia si colloca al quinto posto di questa classifica dopo Malta (32,9%), il Belgio (13,4%), i Paesi Bassi (12,2%), il Lussemburgo (11,9%), e di poco sopra a Germania, Danimarca e Regno Unito (7,7%, 7,1% e 6,5%).
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