Una non trascurabile parte del Pil dei paesi europei di più recente ingresso è determinata, come risaputo, dal ruolo delle aziende straniere. Eurostat, riferendosi al 2011, ha raccolto i dati sulle partecipazioni di imprese estere in quelle nazionali europee.
E' l’Irlanda, con quasi il 60% di partecipazione straniera, l’economia comunitaria più aperta agli investimenti provenienti da fuori. Dopodiché, escluso il Lussemburgo al quinto posto, c’è una lunga serie di stati un tempo situati oltre la linea della cortina di ferro. Tra questi è l’Ungheria quello dove le imprese nazionali sono state scalate con più intensità da quelle estere. In pratica, il 55% del capitale aziendale medio è posseduto da compagnie non ungheresi.
Al terzo e quarto posto Estonia e Repubblica Ceca e quindi, dopo Lussembrugo, Romania, Slovacchia, Polonia, Bulgaria e Lettonia. L'Italia, nonostante la colonizzazione operata dai capitali stranieri, protagonisti di diversi acquisti di storiche imprese del paese, è al 21mo posto, prima solo di Cipro, dietro a Francia, Germania e Spagna.
E' l’Irlanda, con quasi il 60% di partecipazione straniera, l’economia comunitaria più aperta agli investimenti provenienti da fuori. Dopodiché, escluso il Lussemburgo al quinto posto, c’è una lunga serie di stati un tempo situati oltre la linea della cortina di ferro. Tra questi è l’Ungheria quello dove le imprese nazionali sono state scalate con più intensità da quelle estere. In pratica, il 55% del capitale aziendale medio è posseduto da compagnie non ungheresi.
Al terzo e quarto posto Estonia e Repubblica Ceca e quindi, dopo Lussembrugo, Romania, Slovacchia, Polonia, Bulgaria e Lettonia. L'Italia, nonostante la colonizzazione operata dai capitali stranieri, protagonisti di diversi acquisti di storiche imprese del paese, è al 21mo posto, prima solo di Cipro, dietro a Francia, Germania e Spagna.
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