Un genocidio è uno sterminio di massa di una parte della popolazione, motivato da intenzione di distruggere la popolazione vittima in quanto tale e non solo di assicurarsi il controllo di territori o risorse economiche eliminando gli oppositori reali o potenziali.
Nei secoli, soprattutto nel corso del XX, i gruppi vittima sono stati identificati a priori e con certezza su base razziale, ma non su base politica, sociale od economica, in quanto gli stessi criteri di identificazione variano nel corso degli eventi. Nel corso del Novecento hanno avuto luogo i genocidi più efferati , ma il più grande della storia è probabilmente stato lo sterminio dei nativi americani: inizialmente, erano circa 80 milioni, dopo l'arrivo dei conquistadores ne venne sterminato più del 90%. Holodomor è il nome attribuito alla carestia, di origine dolosa, che si abbatté sul territorio dell'Ucraina negli anni dal 1929 al 1933 e che causò sette milioni di morti nell'indifferenza della comunità internazionale. Con l'avvento del nazismo di Hitler in Germania viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa; le vittime di questo immane olocausto sono calcolate in oltre 5 milioni di persone, la gran parte di loro morta nei campi di sterminio.
Per un prospetto delle atrocità maggiori, correndo da tempi più remoti a quelli contemporanei, Giulio Cesare racconta nel suo De Bello Gallico un vero e proprio genocidio che portò alla strage di quasi 1 milione di Galli. I "Giovani Turchi" (ufficiali nazionalisti dell'Impero ottomano) ordinarono tra il 1915 e il 1923 vasti massacri contro la popolazione armena cristiana, le cui successive deportazioni di massa portarono il numero delle vittime a un milione e mezzo circa. Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot. Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un'analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi. Dalla Rivoluzione messicana, ai "desaparecidos" delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani. Inoltre solo in Amazzonia si calcola che quasi 800 mila indios sono morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.
Nei secoli, soprattutto nel corso del XX, i gruppi vittima sono stati identificati a priori e con certezza su base razziale, ma non su base politica, sociale od economica, in quanto gli stessi criteri di identificazione variano nel corso degli eventi. Nel corso del Novecento hanno avuto luogo i genocidi più efferati , ma il più grande della storia è probabilmente stato lo sterminio dei nativi americani: inizialmente, erano circa 80 milioni, dopo l'arrivo dei conquistadores ne venne sterminato più del 90%. Holodomor è il nome attribuito alla carestia, di origine dolosa, che si abbatté sul territorio dell'Ucraina negli anni dal 1929 al 1933 e che causò sette milioni di morti nell'indifferenza della comunità internazionale. Con l'avvento del nazismo di Hitler in Germania viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa; le vittime di questo immane olocausto sono calcolate in oltre 5 milioni di persone, la gran parte di loro morta nei campi di sterminio.
Per un prospetto delle atrocità maggiori, correndo da tempi più remoti a quelli contemporanei, Giulio Cesare racconta nel suo De Bello Gallico un vero e proprio genocidio che portò alla strage di quasi 1 milione di Galli. I "Giovani Turchi" (ufficiali nazionalisti dell'Impero ottomano) ordinarono tra il 1915 e il 1923 vasti massacri contro la popolazione armena cristiana, le cui successive deportazioni di massa portarono il numero delle vittime a un milione e mezzo circa. Un milione di cambogiani sono morti in soli quattro anni, tra il 1975 e il 1979, sotto il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi di Pol Pot. Dal 94 ad oggi, 800 mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto scoppiato tra hutu e tutsi; un'analoga cifra è stimata per le vittime del vicino Burundi. Dalla Rivoluzione messicana, ai "desaparecidos" delle dittature militari degli ultimi decenni del XX secolo, sono oltre un milione le vittime innocenti della violenza di Stato dei regimi sudamericani. Inoltre solo in Amazzonia si calcola che quasi 800 mila indios sono morti in un secolo, per le angherie e i soprusi subiti.
Il crollo demografico dei nativi americani non può essere considerato un genocidio perchè mancava la volotntà di sterminio propio invece dei grandi massacri del 900'. All'epoca l'umanità contava molti meno membri quindi ciascun uomo aveva di per se un valore anche solo come schiavo. I nativi americani morirono invece per le malattie sconosciute portare dagli europei (vaiolo, tifo, morbillo ecc.) da cui non avevano difese immunitarie. Un po' come era successo due secoli prima in Europa e nel bacino del mediterraneo con la peste nera. A conferma di quanto dico non avrebbe avuto senso sterminare tutti i popoli indigeni e poi importare schiavi africani dall'Africa come poi è successo.
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