Contrariamente a quanto si possa immaginare, la crisi economica iniziata nel 2008 non ha prodotto un netto e chiaro incremento nel tasso di suicidi dovuti a cause economiche; inoltre paesi europei come la Germania e la Finlandia, in cui la crisi è meno sentita, registrano tassi tra i più alti di suicidio, mentre la Grecia, in assoluto il paese colpito in maniera più grave dalla crisi, esibisce i tassi di suicidio più bassi d'Europa.
In Italia, nel periodo 1993-2009, la mortalità è diminuita significativamente da 8,3 a 6,7 suicidi ogni centomila abitanti. Dai dati accertati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in base alle notizie contenute nella scheda individuale di denuncia di suicidio o tentativo di suicidio trasmessa all'atto della comunicazione all'Autorità giudiziaria e aggregati dall'Istat, si nota che il fenomeno dei suicidi cresce all’aumentare dell’età: da 1,4 suicidi per centomila abitanti fra gli under 25 si arriva a 6,1 tra i 25-44enni, 8,4 fra i 45-64enni fino a 11,3 fra gli ultra sessantacinquenni. La composizione per sesso evidenzia la maggiore propensione dei maschi al suicidio, più di tre volte superiore a quella delle femmine. Il tasso più alto è raggiunto dagli uomini anziani con 21 per centomila abitanti.
Il Nord Est e il Nord Ovest si confermano le ripartizioni con i livelli di mortalità più alti, il Centro e le Isole oscillano su valori prossimi alla media nazionale, il Sud rimane su valori nettamente inferiori al resto del Paese. È interessante rilevare che il tasso più basso rilevato per il Sud è dovuto soprattutto alla minore propensione al suicidio dei maschi residenti in questa area. Al 2007, la regione con il numero più basso di suicidi è la Campania con 2,6 suicidi per 100.000 abitanti, e la più alta il Friuli-Venezia Giulia (9,8 per 100.000 abitanti), seguita da Valle d'Aosta (9 su 100.000), Sardegna (8,9 su 100.000) e Trentino-Alto Adige (8,7 su 100.000) rispetto a una media nazionale di 5,6.
In Italia, nel periodo 1993-2009, la mortalità è diminuita significativamente da 8,3 a 6,7 suicidi ogni centomila abitanti. Dai dati accertati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza in base alle notizie contenute nella scheda individuale di denuncia di suicidio o tentativo di suicidio trasmessa all'atto della comunicazione all'Autorità giudiziaria e aggregati dall'Istat, si nota che il fenomeno dei suicidi cresce all’aumentare dell’età: da 1,4 suicidi per centomila abitanti fra gli under 25 si arriva a 6,1 tra i 25-44enni, 8,4 fra i 45-64enni fino a 11,3 fra gli ultra sessantacinquenni. La composizione per sesso evidenzia la maggiore propensione dei maschi al suicidio, più di tre volte superiore a quella delle femmine. Il tasso più alto è raggiunto dagli uomini anziani con 21 per centomila abitanti.
Il Nord Est e il Nord Ovest si confermano le ripartizioni con i livelli di mortalità più alti, il Centro e le Isole oscillano su valori prossimi alla media nazionale, il Sud rimane su valori nettamente inferiori al resto del Paese. È interessante rilevare che il tasso più basso rilevato per il Sud è dovuto soprattutto alla minore propensione al suicidio dei maschi residenti in questa area. Al 2007, la regione con il numero più basso di suicidi è la Campania con 2,6 suicidi per 100.000 abitanti, e la più alta il Friuli-Venezia Giulia (9,8 per 100.000 abitanti), seguita da Valle d'Aosta (9 su 100.000), Sardegna (8,9 su 100.000) e Trentino-Alto Adige (8,7 su 100.000) rispetto a una media nazionale di 5,6.
fonti: istat, I suicidi in Italia; wikipedia, Suicidio - foto: Suicide stencil, Benos Aires. Photo Polmuadi, flickr
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