12 febbraio 2014

il paese più tassato d'Europa

Purtroppo è notizia di oggi: in Italia, nel 2012 la pressione fiscale ha raggiunto il 44,1%, 3,6 punti percentuali in più rispetto alla media UE a 27. Dai dati Istat del rapporto Noi Italia, la penisola è fanalino di coda in Europa per competitività di costo delle imprese e prima per la mole del debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo.
Complessivamente, in UE la pressione fiscale pone ai due estremi i paesi nordici – ai quali tradizionalmente vanno associati livelli di tassazione e welfare elevati – e i nuovi paesi membri, tutti sotto la media UE27. In Italia risulta complessivamente in linea con la media degli altri paesi europei fino al 2005, mentre successivamente se ne distanzia con valori più elevati, andando in controtendenza rispetto al trend decrescente del dato complessivo a livello UE.
Guida la classifica, dai dati 2012, la Danimarca con una pressione fiscale del 48,9%, seguita da Belgio (47,3%) e Francia (46,9%). Quindi Svezia, Austria e Italia; in quest'ultima, nel 2012, si registra un aumento di 1,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente e la pressione fiscale raggiunge il suo valore massimo (44,1%) dal 1990.
Se invece si esamina il complesso della tassazione sulle imprese, il cosiddetto "total tax rate", secondo la Banca Mondiale in Italia è attualmente al 68,5%, il livello più alto nell'Unione europea. La Francia si attesta al 65,8%, la Spagna al 56,5%, la Germania al 48,2%, mentre il paese con il minor peso fiscale in Europa, il Lussemburgo, è al 21,1 per cento. La media europea è del 44,2%, quella mondiale al 47,8 per cento. L'Italia vanta peraltro anche il primato del prelievo sul lavoro, che pesa per il 64 per cento.

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