25 giugno 2015

la peggiore crisi umanitaria degli ultimi anni

Negli ultimi venti anni, le Nazioni Unite sono state costrette ad affrontare situazioni di crisi e profughi da paesi colpiti da conflitti caratterizzate da tragici numeri come mai negli anni precedenti si era verificato.
In seguito alle proteste iniziate nel marzo 2011 contro il regime di Assad, in Siria, secondo le stime dell’Onu, ad oggi sono circa 93 mila le persone rimaste uccise dall’inizio del conflitto, con una media impressionate di 5 mila vittime ogni mese, che porta la crisi siriana a poter essere classificata come una delle più gravi crisi umanitarie che abbiano mai colpito l’area, se si considera che nel vicino Iraq, anche nei periodi di maggiore intensificarsi del conflitto, la media delle vittime non ha quasi mai superato le 3mila unità ogni mese. La peggiore emergenza umanitaria degli ultimi tempi, che in oltre quattro anni di guerra ha generato quasi 4 milioni di profughi, e oltre 7.6 milioni di sfollati interni.
In altre parti del mondo, il risultato dei combattimenti scoppiati nel dicembre del 2013 nel Sud Sudan ha portato circa 1,9 milioni di sfollati e più di 465.000 persone in cerca di un rifugio nei paesi confinanti, Etiopia, Kenya e Uganda. Tornando invece indetro nel tempo, il genocidio del Ruanda fu uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo: dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone secondo le stime di Human Rights Watch; il numero delle vittime tuttavia è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone.

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