17 giugno 2015

il paese con più cervelli italiani in fuga

Il Rapporto sulla Condizione occupazionale dei laureati di AlmaLaurea offre una serie di dati sulla mobilità in uscita dall’università italiana: dalla sede degli studi universitari alla sede lavorativa.
I laureati che una volta terminati gli studi scelgono di andare a lavorare all’estero sono il 7% e dal rapporto risultano assolutamente appagati dalla decisione presa, tanto che la quasi totalità la ripeterebbe. Il motivo per cui ci si sposta è principalmente per la mancanza di opportunità di lavoro in Italia.
La maggior parte lavora in Europa (82%); più nel dettaglio, nel Regno Unito (17%), Francia (15%), Germania (12%) e in Svizzera (11%). Seguono Stati Uniti e Belgio (7% per entrambi). Dall’analisi emerge che i laureati che migrano verso l’estero, non solo guadagnano di più degli stanziali, ma sono anche più soddisfatti del lavoro svolto rispetto alla stabilità dell’occupazione, all’acquisizione di professionalità e riscontrano maggiori prospettive di crescita professionale.
I laureati che scelgono di migrare oltre confine per motivi professionali sono più presenti tra i laureati degli atenei del Nord (10%) e del Centro (7%); sono solo il 3% tra i laureati che hanno studiato nel Sud. In particolare sono molto presenti tra i laureati in lingue (16%), scientifico (14%), ingegneria (11%); la quota decresce (al di sotto del 5%) per i laureati dei gruppi giuridico, insegnamento, psicologico, professioni sanitarie ed educazione fisica.

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