Nel mondo circolano circa 875 milioni di armi da fuoco piccole e leggere destinate ad uso civile (pistole e revolver, fucili da caccia e ad uso sportivo), delle quali il 75% circa (650 milioni) sono detenute da civili. Si stima inoltre che ogni anno siano circa 526.000 le persone uccise da queste armi, di cui circa l'80% perde la vita al di fuori di scenari di conflitti armati.
Il mercato globale di queste armi raggiunge valori annuali di 8,5 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti i proventi, incalcolabili, del florido commercio illegale. L'Italia, in particolare, è tra i maggiori esportatori a livello globale di armi civili piccole e leggere, loro componenti e munizioni. Malgrado la perdurante crisi economica e finanziaria mondiale, il valore globale delle esportazioni effettuate nel 2014 ha raggiunto la cifra di 452.713.932 euro (mentre nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 504 milioni di euro).
Le armi in mano ai privati, al mondo, vengono prodotte da più di 1.000 industrie distribuite su un centinaio di paesi ed il valore del loro commercio annuale è stimato in 8,5 miliardi di dollari statunitensi (dei quali circa la metà, 4,266 miliardi, derivano dal commercio delle munizioni; 1,662 miliardi dal commercio delle armi di piccolo calibro; 1,428 miliardi dalla vendita di loro parti; 811 milioni dalle armi leggere e 350 milioni dalla vendita di accessori).
Tra i maggiori esportatori di armi piccole e leggere (che non sempre coincidono con i maggiori produttori, poiché tra essi vi sono paesi che acquistano e rivendono tali armi) vi sono, secondo i dati riportati da Small Arms Survey, Austria, Belgio, Brasile, Germania, Svizzera, Stati Uniti ed Italia, i quali annualmente esportano armi piccole e leggere, loro componenti e munizioni per un valore medio di almeno 100 milioni di dollari. A questi paesi vanno aggiunti, nonostante l'incompletezza delle informazioni a disposizione, Cina e Russia. Altri grandi esportatori di armi piccole e leggere sono poi la Gran Bretagna, Israele, Spagna e Turchia.
Il mercato globale di queste armi raggiunge valori annuali di 8,5 miliardi di dollari, cui vanno aggiunti i proventi, incalcolabili, del florido commercio illegale. L'Italia, in particolare, è tra i maggiori esportatori a livello globale di armi civili piccole e leggere, loro componenti e munizioni. Malgrado la perdurante crisi economica e finanziaria mondiale, il valore globale delle esportazioni effettuate nel 2014 ha raggiunto la cifra di 452.713.932 euro (mentre nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 504 milioni di euro).
Le armi in mano ai privati, al mondo, vengono prodotte da più di 1.000 industrie distribuite su un centinaio di paesi ed il valore del loro commercio annuale è stimato in 8,5 miliardi di dollari statunitensi (dei quali circa la metà, 4,266 miliardi, derivano dal commercio delle munizioni; 1,662 miliardi dal commercio delle armi di piccolo calibro; 1,428 miliardi dalla vendita di loro parti; 811 milioni dalle armi leggere e 350 milioni dalla vendita di accessori).
Tra i maggiori esportatori di armi piccole e leggere (che non sempre coincidono con i maggiori produttori, poiché tra essi vi sono paesi che acquistano e rivendono tali armi) vi sono, secondo i dati riportati da Small Arms Survey, Austria, Belgio, Brasile, Germania, Svizzera, Stati Uniti ed Italia, i quali annualmente esportano armi piccole e leggere, loro componenti e munizioni per un valore medio di almeno 100 milioni di dollari. A questi paesi vanno aggiunti, nonostante l'incompletezza delle informazioni a disposizione, Cina e Russia. Altri grandi esportatori di armi piccole e leggere sono poi la Gran Bretagna, Israele, Spagna e Turchia.
fonti: archivio disarmo, Armi leggere, guerre pesanti. Rapporto 2015 di Antonio Lamanna - foto: wikimedia commons
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