L’aggiornamento delle competenze individuali durante tutto l’arco della vita rappresenta un requisito essenziale per restare integrati nel mercato del lavoro e costituisce anche un elemento chiave nella lotta contro l’esclusione sociale.
Nel 2013 il valore medio dell’indicatore relativo a 25-64enni che partecipano all'apprendimento permanente nell’Ue28 si attesta al 10,5 per cento (9,5 e 11,3 per cento rispettivamente per uomini e donne). L’intensità della partecipazione degli adulti ad attività formative è molto differente nell’area. Le migliori performance emergono nei paesi scandinavi (Danimarca, Svezia, Finlandia). Tra i principali paesi dell’Unione, Francia e Regno Unito hanno la maggiore quota di adulti in apprendimento (17,7 e 16,1 per cento). In Italia il valore dell’indicatore (6,2 per cento) è inferiore a quello della Spagna (11,1 per cento) e della Germania (7,8 per cento) e delinea il ritardo in materia di apprendimento permanente del nostro Paese.
A livello ripartizionale nel 2013 il valore più alto si osserva al Centro (7,1 per cento) e quello più basso nel Mezzogiorno (5,2 per cento). L’analisi regionale segnala la più diffusa partecipazione ad attività formative nelle province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 10,7 e 9,2 per cento) e in Umbria (8,4 per cento); seguono Sardegna (7,4 per cento), Marche (7,1 per cento) e Lazio (7,0 per cento). Le regioni Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Abruzzo e Liguria presentano comunque valori sopra la media nazionale. La Sicilia presenta il più basso valore dell’indicatore (4,4 per cento). Con la sola eccezione della Campania, in tutte le regioni si registra un divario positivo a favore delle donne, che raggiunge il valore più elevato in Sardegna e Valle d’Aosta (2,2 punti percentuali).
Nel 2013 il valore medio dell’indicatore relativo a 25-64enni che partecipano all'apprendimento permanente nell’Ue28 si attesta al 10,5 per cento (9,5 e 11,3 per cento rispettivamente per uomini e donne). L’intensità della partecipazione degli adulti ad attività formative è molto differente nell’area. Le migliori performance emergono nei paesi scandinavi (Danimarca, Svezia, Finlandia). Tra i principali paesi dell’Unione, Francia e Regno Unito hanno la maggiore quota di adulti in apprendimento (17,7 e 16,1 per cento). In Italia il valore dell’indicatore (6,2 per cento) è inferiore a quello della Spagna (11,1 per cento) e della Germania (7,8 per cento) e delinea il ritardo in materia di apprendimento permanente del nostro Paese.
A livello ripartizionale nel 2013 il valore più alto si osserva al Centro (7,1 per cento) e quello più basso nel Mezzogiorno (5,2 per cento). L’analisi regionale segnala la più diffusa partecipazione ad attività formative nelle province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 10,7 e 9,2 per cento) e in Umbria (8,4 per cento); seguono Sardegna (7,4 per cento), Marche (7,1 per cento) e Lazio (7,0 per cento). Le regioni Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Abruzzo e Liguria presentano comunque valori sopra la media nazionale. La Sicilia presenta il più basso valore dell’indicatore (4,4 per cento). Con la sola eccezione della Campania, in tutte le regioni si registra un divario positivo a favore delle donne, che raggiunge il valore più elevato in Sardegna e Valle d’Aosta (2,2 punti percentuali).
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