A partire dal 2008, la crisi ha spinto molti lavoratori europei a migrare in altri paese dell'Unione per cercare un lavoro non più disponibile nella loro terra d'origine: circa il 3% della popolazione europea, 6.6 milioni di persone, nell'UE del 2012, era composto da lavoratori migranti.
Sono Cipro e Irlanda i paesi con la più alta percentuale di lavoratori emigrati dal 2008 al 2012, il primo in anni più recenti e il secondo molto più all'inizio della crisi. Quindi Belgio, Spagna e Austria. Germania e Regno Unito le principali destinazioni di questi migranti interni all'Unione Europea. L'Italia, la cui percentuale di lavoratori migranti è quasi raddoppiata dal 2008 al 2012 (dal 2% a quasi il 4%) si colloca un po' sopra la media europea; i paesi dell'Est sono quelli con le percentuali minori (Polonia, Slovenia, Estonia e Ungheria).
Sono Cipro e Irlanda i paesi con la più alta percentuale di lavoratori emigrati dal 2008 al 2012, il primo in anni più recenti e il secondo molto più all'inizio della crisi. Quindi Belgio, Spagna e Austria. Germania e Regno Unito le principali destinazioni di questi migranti interni all'Unione Europea. L'Italia, la cui percentuale di lavoratori migranti è quasi raddoppiata dal 2008 al 2012 (dal 2% a quasi il 4%) si colloca un po' sopra la media europea; i paesi dell'Est sono quelli con le percentuali minori (Polonia, Slovenia, Estonia e Ungheria).
fonti: uerofound, Living and working in Europe 2014 - foto: Construction workers, OASIS Project, Omagh, geograph
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